EFFETTO MOSTRA

Spesso in autunno vicino alla mia trattoria, in un bel palazzo, vengono organizzate delle mostre di pittura. Molte e molto belle, tra le più viste, quelle dei Macchiaioli, Boldini e De Chiricho. Hanno attirato e attirano un sacco di visitatori. Completamente diversi, dai pellegrini della basilica del Santo, molto spesso famiglie e persone devote semplici e genuine. I visitatori delle mostre sono un popolo a se. Appena entrano nel mio locale li riconosci subito, sguardo sognante, ritmo lento, capacità di comprensione poco sotto lo zero. Un tempo , quando c’era un’altra collega che lavorava con, me facevamo una specie di scenetta. Quando arrivavano questi “sognatori”, che ti guardavano come se fossi “il buon selvaggio”, dovevi armarti di tanta pazienza. Sembrava che parlargli di cibo fosse una cosa che non li riguardasse, quasi si cibassero solo d’arte. Quando la mia ex collega, li vedeva particolarmente sulle nuvole, chiedeva loro : “siete stati alla mostra ?” loro con un sorrisino estatico rispondevano di sì. Allora lei mi ripeteva : “Sono stati alla mostra , sai !”. Che per noi voleva dire: ” accidenti che sballinati, mi ci vorranno due ore per fargli ordinare un primo, giusto il tempo che ritornino dal 1850″. Così il mito che i frequentatori delle mostre fossero dei ” fuori dal tempo” è rimasto e si ripete ancora. Finalmente con il mio compagno andiamo a vedere, per la prima volta (vergognoso), la mostra che attualmente impegna le sale del palazzo (Telemaco Signorini). La mostra è bellissima e per niente noiosa, abbiamo fatto il primo giro lentamente e poi un secondo giro soffermandoci a guardare, quelle che per noi erano, le opere più interessanti. Quando uscimmo dalla mostra, la signorina della reception, che ci conosceva, ci ha chiesto se siamo stati dentro tutto quel tempo, cosa rispondergli ? Sarà che quel giorno avevo lavorato tantissimo, sarà stata l’atmosfera all’interno molto rilassante, fatto sta che mi è venuta la cosiddetta “cagna”, che non è altro quello stato di sfinimento che si prova quando si è stanchi, il cuore batte lento e la pressione è a due. Ci incamminammo in questo stato fino agli scooter parcheggiati li accanto. Partimmo ma dopo pochissimo il mio scooter si fermò inesorabilmente e non ne volle più sapere di ripartire. Giustamente si fermò nel crocevia di massimo passaggio pedonale. Seguì una serie interminabili di estrazioni , pulizie e riposizionamenti della maledetta candela da parte del mio compagno. Il tutto con molta calma, forse l’effetto mostra ? Mentre il mio compagno opera sullo scooter mi accorgo che, ci sono due tipi che si mettono tra noi e il mezzo dove ci sono le chiavi inserite sul blocchetto. Anche un signore in bicicletta ci osservava da quando ci siamo fermati. Vado a togliere le chiavi, la prudenza non è mai abbastanza, poco dopo il mio adorato scooter riparte. IL mio lui mi dice, monta subito altrimenti si spegne. Obbedisco e parto, lui mi avrebbe seguito e raggiunto. Dopo un pò che faccio la strada di ritorno verso casa non lo vedo arrivare, rallento la marcia nella speranza che mi raggiunga ma niente. Dovè ? Con chi si è fermato a parlare ? Sarà successo qualcosa ? Ho pensato a lui, ma francamente a tante altre cose. (n.d.r. ……….) Fatto sta che poco prima di arrivare a casa , circa otto chilometri dal fattaccio e una coda di macchine spaventosa, ad un semaforo ho la folgorazione. Le chiavi del suo scooter sono nella tasca dei mie pantaloni. Quando sono tornata da lui, per fortuna era sereno. Ecco l’effetto mostra, a me aveva dato una botta di letargia a lui una specie di stato di grazia. Non è che nell’aria condizionata della mostra ci hanno spruzzato un pò di erba ? D.R.C.

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