I segni


Domenica dicevo a mio fratello che spesso ci arrivano dei segni per farci capire qualcosa. A me queste cose succedono di continuo.
Tempo fa volevo riallacciare l’amicizia con una persona e uscendo dal lavoro − continuavo a dirmi: “Adesso vado”.
Uscendo dal cancello del mio lavoro, avrei dovuto girare a sinistra per andare da lui e invece mi son detto “Andrò più tardi” e nel girare a dx stavo per investire un pedone…
Sembrava quasi che mi dicesse: “Hai sbagliato strada: se andavi dall’altra parte, non succedeva nulla”.
A questo “segno” non ci sono arrivato subito, ma poco dopo, perché un po’più avanti, poco prima di un incrocio, mi son ridetto: “Invece di andar dritto verso casa mia, giro a destra e prendo il coraggio a due mani e mi faccio vivo dopo tanto tempo, magari qualcosa riesco a dirgli!”.
Anche questa volta non mi sono ascoltato e ho mantenuto la velocità, senza frenare visto che non dovevo girare.
Pam! Una macchina, poco prima dell’incrocio non rispetta la precedenza e io le sbatto contro.
Risultato: macchina distrutta in tutta la parte destra e io in piedi, senza nessun danno apparente, neanche uno striscio, lo scooter ancora “usabile”, tanto che l’ho usato per tornare a casa.
L’uomo della macchina ha cercato il morto, non ci credeva che ero io!
Forse anche questo era un segno?
Posso crederci come no.
Alla fine, comunque, non ci sono andato… troppo codardo.

Altro episodio
Ogni tanto troviamo dei pulcini in giro per il mondo e puntualmente chiamiamo la Lipu che prontamente se li accolla, sollevandoci da un grande onere, che è quello di allevarli e curarli fino a farli volare via.
Due settimane fa, abbiamo trovato un piccolo di tortora davanti all’uscio di casa.
Nella sfortuna, della tortora, c’è anche una fortuna ed è quella che siamo usciti noi per primi anziché i nostri due felini.
Era un sabato così la tortorella ha preso il nome del giorno: Sabato.
Questa mattina, ho pensato di mettere Sabato davanti al balcone del bagno. In casa c’era un silenzio insolito e dalla finestra veniva una luce molto debole.
Stranamente non passavano macchine e il silenzio continuava a durare.
Mi sono fermato a guardare Sabato: gli stanno venendo fuori i disegni classici della tortora, ilgrigio dei cerchi del collo mi sembra più chiaro.
Guardare un cucciolo di volatile e accarezzarlo non è da tutti i giorni, è un privilegio che pochissimi hanno.
Ti porta a svuotare la mente per poi soffermarsi al primo pensiero che si fa largo nel bacino di pensieri che hai in testa.
Chissà se mai potrà volare, magari anche scagazzarmi in testa e raccogliere i miei insulti…
Glielo auguro. Mentre facevo questi pensieri, la tortora ha cominciato a stirare le ali, sembrava quasi che me le mostrasse: “Guarda che bellissime ali che ho!”, poi ha cominciato a pigolare.
A fatica ho trattenuto la commozione.
Chissà se è un segno anche questo, la giornata è solo all’inizio.
Arrivato al lavoro, mi sono messo i Negramaro come fondo musicale e mentre ascoltavo “un passo indietro e già so di aver torto e non ho più le parole…” mi bussano alla porta ed entra un professore.
Strana visita, di solito al mattino presto non ricevo visite e invece è venuto a portarmi 3 regali:
un cristallo enorme che allontana la gelosia e le onde negative e elettromagnetiche (visto che ci lavoro in mezzo)
un cristallo che equilibra il corpo emotivo
e il terzo è il gesto, saper che ha usato del suo tempo libero: pensare e andare nel negozio per me.
Non sono più riuscito a trattenermi e ho pianto, anzi lo sto ancora facendo e mi è anche venuto molto freddo.
L.A.D